Creare un frutteto che resiste al freddo
Avere un frutteto in casa propria è molto comodo, oltre che esteticamente appagante: permette infatti di avere un giardino molto variegato e colorato, e al contempo di procurarsi in autonomia (e senza spendere soldi) tutta la frutta di cui si ha bisogno.
Si è portati a credere che sia difficile tenere un frutteto in inverno, ma in realtà non è così. Basta, infatti, scegliere i tanti alberi da frutto molto resistenti alle temperature rigide, piante forti che vivono bene in condizioni climatiche molto avverse regalandoci i loro splendidi e gustosi frutti senza nessun tipo di problema.
Abbiamo selezionato una buona quantità di alberi da frutto, più o meno noti, che sopravvivono senza problemi alle temperature basse. Alcune, tra l’altro, sono perfette da tenere anche sul balcone.
Lampone
Una delle piante che più di tutte resistono al freddo, grazie alla sua provenienza dall’Europa Settentrionale, è il lampone. Un arbusto perenne e sarmentoso, che è costituito da un ceppo di dimensioni contenute da cui crescono dei tralci a sviluppo biennale e ricoperti di una sottile peluria, che può essere anche spinosa. Il lampone è un cugino del melo e del pero, di cui condivide la famiglia, e comprende davvero tantissime specie diffuse in tutto il mondo.
Il Lampone, adatto, quindi, anche alla coltivazione su un balcone o terrazzo, cresce fino a 150 o 200cm di altezza, e in primavera produce dei deliziosi piccoli fiori bianco-rosa, che si sviluppano in gruppi a forma di piramide. Ci sono anche dei Lamponi che producono dei frutti in estate, su rami che hanno già un anno di età; altri in primavera e a fine estate, anche se la varietà più tipica produce i frutti soprattutto a fine estate e inizio autunno.
Tutti sappiamo come sono i lamponi: dolci e succosi, si tratta di minuscole drupe o bacche attaccate attorno a un ricettacolo, da cui si staccano con molta facilità. Si possono usare per la preparazione di liquori e confetture, e le sue foglie si usano molto spesso anche in erboristeria.
Nespole
Ciò che noi conosciamo come nespole sono in realtà dei frutti di due diverse specie di piante:
• La Mespilus Germanica, una specie autoctona europea che produce frutti marroni che maturano in autunno.
• L’Eriobotrya Japonica, pianta originaria dell’Asia Centrale e ora diffusa in tutto il mondo, che ha i più noti frutti arancioni che maturano in primavera.
Non si sa bene perché i due frutti condividano lo stesso nome, dal momento che non si assomigliano per niente e soprattutto non appartengono nemmeno alla stessa famiglia. L’unica somiglianza, forse, si ha nell’aroma emanato dalla polpa, che è piuttosto simile.
Quella che interessa a noi, comunque, è la meno nota delle due, Nespola europea che non ha quindi particolare esigenze né necessità in Italia, pur rimanendo più adatta a climi come quello dell’Italia Settentrionale (il caldo estivo del Centro e del Sud spesso la rovina e la fa produrre pochi frutti). Il Nespolo germanico produce davvero tantissimi fiori, e per questo è molto bello da avere in giardino, in una zona soleggiata, anche come albero ornamentale. Tra l’altro, produce molto frutti anche se trascurato (questo non è un invito a non occuparsene!), frutti di colore bronzeo, dalla forma tondeggiante e grandi più o meno come delle palline da golf, e come loro piuttosto duri e compatti.
Pesco
Il pesco, noto in termine ufficiale come Prunus Persica, è una pianta originaria dalla Pesca (ecco perché il nome latino Persica) e che cresce allo stato selvaggio anche in Cina, di cui rappresenta uno dei simboli. È un albero da frutto piuttosto piccolo, che non va oltre i 5 metri di altezza. Le sue foglie sono lanceolate e lunghe circa 20 centimetri, mentre i fiori sono molto famosi perché rosa e perché nascono molto precocemente – per “causa” loro il Pesco è molto sensibile alle gelate primaverili.
I frutti sono noti, e sono le pesche: frutti con la buccia, pelosa o liscia, di colore giallo o rossastro, mentre la polpa a seconda della varietà è gialla o bianca con delle venature rosse che si fanno più evidenti man mano che ci si avvicina al “nucleo”, ovvero il nocciolo. Il pesco è quindi un albero piuttosto resistente al freddo invernale, ma bisogna fare attenzione in primavera, dove non è troppo raro che torni bruscamente il freddo, o che addirittura nevichi.
Asimina Tribola
In pochi forse conoscono l’Asimina Tribola, un piccolo alberello da frutto con foglie caduche che si può coltivare anche in vaso e su balconi non troppo piccoli. Gli esemplari che sono stati messi a dimora da diversi anni presentano un aspetto piuttosto rustico, e si accontentano dell’acqua piovana senza bisogno che li annaffiamo. Quelli che, invece, sono stati appena messi a dimora – si preferisce farlo a inizio autunno – hanno inizialmente bisogno di annaffiatura, che va ripetuta se il clima si presenta piuttosto secco e poco piovoso.
La messa a dimora in autunno è preferita perché così l’albero ha a disposizione diversi mesi freschi e umidi che stimolano le radici e il loro sviluppo, ed evitano che l’attecchimento della pianta crei dei problemi. Nelle stagioni più calde, l’Asimina non ha bisogno di essere annaffiata, se non quando la pioggia è troppo calda.
Fragole rampicanti
Sempre stupende sono le fragole rampicanti, belle da vedere sia in giardino che sui terrazzi e i balconi. È sufficiente infatti predisporre degli appositi supporti che aiutino l’arrampicata della pianta, mentre il terreno deve essere drenante in modo da evitare la formazione dei ristagni idrici.
Per coltivare le fragole rampicanti dal seme, bisogna disporre i semi a due centimetri l’uno dall’altro, in un vaso contenente della torba e della sabbia. I semi vanno poi ricoperti con pochissima terra, mentre l’annaffiatura deve essere fatta con uno spruzzino per evitare che si spostino. Dopo 3 mesi, le piantine possono essere messe a dimora, e dopo questa operazione bisogna mettere una canna di fianco alla pianta.
Le fragole rampicanti vanno annaffiate spesso, perché non farlo significa comprometterle in maniera irrimediabile. Le irrigazioni, quindi, devono essere frequenti ma non eccessive, e quindi bisogna fare sempre attenzione a che il terreno non risulti inzuppato, altrimenti la pianta potrebbe marcire.
Melo Cotogno
Altra pianta molto famosa e molto amata è il Melo (o pero) Cotogno, che a discapito del nome fa parte della famiglia delle rosacee: il suo nome botanico è Cydonia Oblonga. L’albero è davvero molto piccolo (non supera i 5 metri) e ha una chioma molto bella e allargata, con foglie caduche.
In primavera, le foglie nuove sono pubescenti, nel senso che sono ricoperte da una leggera peluria. Si presentano come grandi, ovali, e di un bel verde chiaro. Nella stessa stagione, il melo cotogno produce dei fiori a cinque petali, bianchi, aranciati o anche di colore rosa, che assomigliano a delle piccole rose, mentre i frutti arrivano in estate, con pomi dalla forma allungata e tondeggiante. Le mele cotogne, bitorzolute e poco omogenee, hanno una polpa molto rigida e compatta, che non si può mangiare. Sono gialli, mentre la buccia che li ricopre è grigia e pelosa.
Il melo cotogno è anche famoso per essere un albero davvero molto antico, e che ha subito poche modifiche da parte dell’uomo. Pare sia infatti uno dei primi alberi presenti nei frutteti, perciò con ogni probabilità molte delle “mele” di cui si parla nei miti e nelle leggende dovevano essere mele cotogne.
Nocciolo
Altra pianta molto famosa è il Nocciolo, noto a livello botanico come Corylus Avellana. A differenza di tutte le altre piante viste finora, il Nocciolo è molto grande. È diffuso nell’area del Mediterraneo, per cui anche in Italia, dove lo si trova facilmente allo stato selvatico. Gli arbusti sono fatti di fusti sottili e ramificati, che arrivano a 5 metri di altezza, mentre le foglie sono tonde, apre, caduche e con superficie rugose.
I fiori del nocciolo sono degli amenti gialli, che l’albero produce a febbraio e a marzo, prima delle foglie, e per questo nel giardino invernale rendono il Nocciolo una delle piante più affascinanti e particolari. Il Nocciolo si presenta come arbusto molto disordinato, e solo potandolo regolarmente si può avere una pianta grande e sviluppata, con fusto singolo e chioma definita. Del Nocciolo si coltivano sia la varietà da frutto, sia le varietà ornamentali quali il Nocciolo contorto, più piccolo degli esemplari da frutto, e con fusti attorcigliati e penduli. Alcune specie, sia ornamentali che da frutte, hanno delle splendide foglie porpora.
Naturalmente, il frutto del nocciolo è la nocciola, una drupa contenuta in un guscio molto duro e legnoso, che viene prodotto in inverno e all’inizio è di colore verde. Quando maturano, le nocciole – che si sviluppano a gruppi di 3 o 5 – sono di color marrone, e si raccolgono a fine estate o inizio autunno e sono ottime per l’alimentazione, o per la creazione di un olio usato a livello industriale.
Kaki
Originaria del Giappone e delle zone montuose della Cina, la pianta del Kaki arrivò in Europa nella seconda metà del XIX secolo. Il Kaki è un albero davvero grande, che si sviluppa anche fino a 12 metri di altezza, e si presenta con una chioma golosa composta di foglie a forma di oliva e con pagina superiore molto lucida.
I frutti sono grandi e sferici, arancioni, che non si possono mangiare appena raccolti. La loro raccolta avviene a novembre, e dopo di essa si tende a metterli in delle cassette con mele mature per accelerare il loro processo di maturazione. È un frutto davvero eccezionale, di grande valore biologico e contenente molte vitamine e zuccheri.
L’albero del Kaki non necessita di terreni particolari, anche se preferisce quelli freschi e profondi mentre mal sopporta quelli troppo umidi e calcare. Cresce bene in zone calde e temperate, ma anche in climi freddi a patto che non si scenda troppo sotto lo zero (a -7 o -10 gradi la pianta può danneggiarsi in modo anche grave). In Italia è molto coltivato, e usato sia per fare i dolci sia per ricette elaborate: non è un caso che citiamo il Bel Paese, il quale insieme alla Spagna è il maggior produttore europeo (e mondiale) del Kaki.
Mandarino
Il Mandarino è un albero tipico dell’inverno. Fa parte degli agrumi, piccoli alberi sempreverdi che provengono dall’Asia e che da millenni si coltivano sia nel Continente più grande del mondo sia in Europa, dove furono importati molto rapidamente. Sono alberi tipici dell’area mediterranea, mentre solo di recente sono arrivati esemplari anche nel continente americano.
È stato molto difficile per i botanici suddividere gli agrumi nelle specie e varietà, visto che la maggior parte di loro è ibrida: piante come il limone, per esempio, rappresentano piante che si sono ibridate centinaia di anni fa, forse addirittura a livello naturale. Ad ogni modo, sappiamo che le specie originarie di agrumi sono 3, dalle quali per ibridazione discendono tutte le altre: il Citrus Reticulata (Mandarino), il Cedro (Citrus Medica) e il Pomelo (Citrus Maxima o Citrus Grandis).
In Italia è difficile stabilire che cosa sia il mandarino, perché il termine indica il Citrus Reticulata, ma anche tutti gli incroci di arance di ogni tipo. Ad ogni modo, si tratta di un piccolo albero alto non più di 3 metri, con foglie più piccole rispetto agli altri agrumi e di colore verde scuro. Fiorisce in primavera, con fiori molto profumati, mentre i frutti si presentano dall’autunno fino all’inverno, in tempistiche piuttosto brevi. Sono delle piccole arance di colore chiaro, con buccia spesso staccata dalla polpa – caratteristica che gli dà il tipico aspetto un po’ “ammaccato”. Il mandarino ha un’aroma particolare, tipico della specie botanica, mentre ibridi come le clementine e i mandaranci hanno il gusto dell’arancia e non quello del mandarino.
Mandorlo
Un’altra pianta molto rustica e molto longeva, un’altra pianta molto grande, che può essere alta anche 10 metri. Anche il mandorlo ha origini asiatiche, ed è stato presto importato in Europa, nell’area mediterranea. Questa pianta ha delle foglie lanceolate e sottili, simili a quelle dei peschi, mentre i fiori sono bianchi rosati e molto abbondanti prima dell’arrivo delle foglie. Il Mandorlo è tanto apprezzato nei giardini proprio per la fioritura spettacolare, oltre che per la scarsa propensione a malattie e parassiti.
Il frutto è una drupa ovale e piuttosto allungata, e la mandorla che contiene può essere dolce o amara, e di diversa grandezza, a seconda della varietà. Il Mandorlo comunque si adatta a molti tipi diversi di terreno, anche se in generale preferisce quelli leggeri e non troppo umidi. Non necessita di particolari esigenze, e vive bene sia nei climi caldi che in quelli freddi, ed è in grado di resistere anche a -20°. Resiste bene anche alla siccità.
Mirtillo
Concludiamo il ciclo iniziato con il Lampone, parlando di un’altra pianta originaria dell’Europa Settentrionale: il Vaccinium Myrtillus, il mirtillo. Oggi è diffuso in molte regioni fresche e temperate dell’Emisfero Settentrionale, ed è sostanzialmente un piccolo arbusto molto ramificato, che può essere anche tappezzante o rampicante – per questo adatto anche al balcone, visto che non cresce oltre i 50cm di altezza.
Le sue foglie sono ovali o lanceolate, spesse e curiose e di un bel verde brillante, che in autunno diventano dorate o rossastre e rimangono lì sulla pianta anche se sono appassite. In primavera, il mirtillo produce dei piccoli mazzi di fiori campanulati, cerosi, bianchi e molto graziosi, mentre a seconda della specie i frutti arrivano a inizio estate o a inizio autunno.
Ci sono anche specie di altre dimensioni, come il nordamericano V. Corymbosum i cui frutti sono di due cm di diametro; o il V. Macocarpon, che ha i frutti rossi anziché viola. Ad ogni modo, i frutti si apprezzano da mangiare freschi, per farci dei dolci o delle confetture, e sono usati anche in erboristeria e nell’industria farmaceutica.