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Salvia Officinalis con i suoi bellissimi fiori

Coltivare la salvia non è difficile, ma iniziamo dalle basi. Il nome ufficiale della Salvia è Salvia Officinalis, e sta ad indicare una pianta arbustiva facente parte delle Lamiacee esattamente come il rosmarino, ma anche l’origano, la menta e il timo. La salvia si riconosce grazie al suo odore caratteristico, ma anche grazie alle foglie ovali allungate con la loro nota peluria che le ricopre e che conferisce loro  un colore verde pastello, che tende al bianco/grigio.

Come anche il rosmarino, la Salvia è sempreverde, una pianta perenne che si sviluppa in altezza per mezzo metro e che si allarga facilmente, formando grandi cespugli. La fioritura avviene all’inizio dell’estate, quando compaiono delle spighe fiorite a pennacchio, i cui petali vanno dal viola al lilla.

Ci sono diverse varianti di salvia, che cambiano sia a livello estetico che aromatico: c’è la salvia bianca, la salvia gigante con le sue grandi foglie che si friggono, e anche la bizzarra salvia ananas. Ma noi qui ci occuperemo della salvia classica, dal colore e dall’aroma di cui abbiamo appena parlato.

Coltivare la salvia: clima e terreno

Foglie di salvia appena colte

La salvia ama il calore e preferisce posizioni esposte al sole, un fattore da tenere in conto se la si vuole coltivare sul balcone o sul davanzale della finestra perché bisognerà sicuramente evitare il lato nord della casa. Questo vale anche per la coltivazione in orto, dove è meglio piantarla lontana da elementi che cerino zone d’ombra.

Bisogna quindi scegliere bene il punto in cui piantarla, visto che la posizione potrebbe rimanere la medesima per anni. Comunque, pur preferendo un clima mite la Salvia è molto resistente alle gelate – ma non per periodi lunghi – né teme la siccità. Problemi seri possono giungere quando ci sono periodi molto lunghi di umidità nel terreno o nell’aria.

Parlando di terreno, il discorso è analogo al clima: la Salvia ben si adatta a tutte le tipologie di terreno, ma essendo mediterranea predilige un terreno arido mentre gli unici che teme sono quelli con i ristagni idrici o troppo compatti e argillosi.

Coltivare la salvia, passo dopo passo

Foglie di salvia in cucina

Come già visto anche per il rosmarino, ci sono due modi per ottenere una nuova Salvia: o procedendo per semina – che è il metodo più lento – oppure tramite moltiplicazione per talea, un’operazione più facile e veloce e che quindi viene preferita. Un terzo modo potrebbe essere quello di sradicare una pianta per poi dividerne il cespo in più parti. E ovviamente è possibile comprare delle piantine già pronte, saltando la parte iniziale.

Coltivare la salvia partendo dal seme

Se volete procedere per semina, dovete ricordare che il seme della salvia è piccolo e ha bassa germinabilità, per cui dovete sempre mettere più semi rispetto a quelli che occorrono. Ricordate anche di piantare all’inizio della primavera (fine marzo-inizio aprile) perché così già a maggio potete trapiantare la nuova piantina che si sarà formata.

Se procedete, invece, per talea come detto risparmierete molto tempo, anche perché la salvia è facile da far radicare e quindi riuscirete ad avere una nuova pianta in tempi davvero molto brevi, anche se ovviamente dovete partire da una pianta già formata. Molto interessante è che se partite da una salvia asessuata avrete modo di mantenere la medesima varietà della pianta madre, senza che ci siano variazioni genetiche.

Anche la talea va fatta ad inizio primavera, e si procede tagliando un rametto della pianta madre (uno magari giovane) in una lunghezza di circa 10cm. Dovrete poi rimuovere le foglie nell’estremità inferiore, lasciando solo le quattro foglie più in alto. Piantate l’estremità spoglia in un vasetto con terriccio misto sabbia, bagnando spesso e avendo cura che la terra non rimanga mai secca: se seguirete questi passi, avrete una piantina pronta per il trapianto già a maggio.

Il trapianto della salvia nel terreno

Quando la pianta si forma (o se l’avete comprata già formata) allora dovete piantarla nel terreno – o in un vaso più grande se volete farla crescere in balcone. Abbiate cura di lavorare il suolo, rendendolo ottimale per le radici della pianta: magari optate per una profonda vangatura e per una zappatura più in superficie, magari incorporando anche del compost al suolo per dare al terreno più sostanze nutritive.

Non c’è un periodo ben limitato per trapiantare la salvia, perché può essere fatto praticamente tutto l’anno ad eccezione dell’inverno, quando la terra gela. Lo stesso vale per l’estate, quindi evitate di trapiantare nelle giornate più torride del periodo estivo.

Una pianta di salvia è più sufficiente per farne un uso domestico, mentre se ne fate largo uso ne basteranno due. Chiaramente se volete avviare una coltivazione professionale di salvia cercate di tenere un sesto d’impianto di 40cm tra le piante e 70 tra le file. E ricordate sempre di bagnare subito dopo il trapianto, e anche nei giorni immediatamente successivi finché la pianta non si è radicata.

Foglie di salvia in accompagnamento a un succo di frutta al lampone

Sia che teniate la pianta in orto o che la coltiviate in vaso, fortunatamente dovrete usare la stessa tecnica di coltivazione, che è molto semplice. Dopo aver predisposto una buona coltivazione di fondo con il compost, ricordate però che mettere troppe sostanze nutritive può pregiudicare l’aroma delle foglie. Tenete sempre presente che la salvia necessita di tanto azoto se volete che produca tante foglie: un apporto all’anno sarà un’operazione utile ed efficace.

I nemici della salvia

La salvia non è tanto soggetta a problemi, ma ci sono degli insetti e delle malattie che comunque possono danneggiarla. I più frequenti sono gli affidi, che infestano la pianta e possono anche farla morire. Ma si può intervenire con del macerato di ortica o del sapone di Marsiglia. In alcuni casi si è costretti a ricorrere all’uso degli insetticidi biologici più potenti, quale il piretro, ma poi dovrete evitare di usarne le foglie per alcune settimane (e comunque dovreste usarlo solo in casi estremi).

Tra gli altri nemici di quest’aromatica c’è la cicalina, che potete contrastare con gli stessi prodotti visti per gli afidi. Per quanto riguarda le malattie, la più frequente è il mal bianco o Oidio, che forse se fate l’orto avete avuto modo di conoscere perché colpisce anche zucche e zucchine.

L’agricoltura bio tende a prevenire il problema, gestendo il suolo e le potature e facendo in modo che non ci siano ristagni d’acqua e che ci sia sempre un circolo d’aria nel cespuglio. Ma se non riuscite a prevenire la malattia, ad essa si può rimediare con il bicarbonato di sodio, da usare con moderazione perché varia il pH del suolo. Se serve un provvedimento più energico allora c’è lo zolfo.

Raccolta e uso delle foglie

Foglie di salvia in infusione

Potete raccogliere le foglie della salvia per tutto l’anno, dato che come abbiamo detto è una pianta sempreverde che mantiene il suo aroma anche nella stagione invernale (a differenza di altre piante come il basilico e la menta). Quindi le foglie possono essere staccate ogni volta che ne avete bisogno, mentre meglio non staccare i rami lignificati perché sono molto più lenti a rigenerarsi.

Naturalmente usare le foglie fresche come aroma è il miglior modo per valorizzare proprio l’aroma e le sostanze nutritive della salvia, e visto che è sempreverde non avete bisogno di conservarla mettendole in freezer o in altri modi: il bello di avere un’aiuola o dei vasi con le piante aromatiche sempreverdi è che si possono sempre usare appena colte.

Ci sono però delle situazioni in cui è utile conservare le foglie di salvia, per qualsiasi motivo, e allora l’operazione si può svolgere in due modi diversi:

  • Congelandole, operazione semplice anche perché sono foglie piccole che non occupano molto spazio.
  • Essiccandole, per regalarle a chi non può coltivare la pianta, o anche per usarla in decotti e tisane, o ancora per triturarle inserendole in un insieme di spezie e sali aromatizzati per arrosti.

Per quanto riguarda l’impiego, in cucina le foglie si cuociono con la carne o in si passano in padella con del burro. Sono perfette per aromatizzare carne, pesce o per condire pasta, ravioli e gnocchi. Ma potete anche osare con una ricetta più sfiziosa, potete immergere le foglie nella pastella e friggerle. Del resto fin dall’antichità la salvia viene usata per le sue proprietà antinfiammatorie, digestive, cicatrizzanti e battericide: ecco perché si chiama salvia, che deriva dal latino salvatrix il quale appunto significa “salubre”.

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