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Tra tutte le operazioni di giardinaggio, la semina è una delle meno praticate: in genere si preferisce acquistare le piantine già pronte, un pò per pigrizia, un pò per la scarsa fiducia nelle proprie capacità di giardinieri.

Se anche voi la pensate così, sbagliate! Sbagliate perché ottenere le piante da sé partendo dal seme non è poi cosi difficile. E poi, questa operazione presenta più di un vantaggio.

Il primo è che si amplia la gamma di piante coltivabili rispetto a quelle che offre il mercato dei garden e dei vivai, con la possibilità di puntare quindi su specie e varietà rare o particolari. Il secondo è che, con una spesa minima, si possono ottenere tutte le piante che si desiderano.

Che cosa seminare?

In linea teorica, si può seminare tutto, alberi compresi, anche se in quest’ultimo caso i tempi di germinazione dei semi possono essere così lunghi da diventare scoraggianti.

Le maggiori soddisfazioni, soprattutto per chi è alle prime armi, si hanno con le piante erbacee, sia annuali che perenni. I semi si trovano in vendita in bustine sigillate e impermeabili, anche se quelli di alcune varietà di annuali da fiore sono disponibili “confettati”, cioè rivestiti di sostanze protettive (silice, talco, torba o bentonite), fertilizzanti e fungicidi.

Tutte sostanze, queste, che con l’umidità si sciolgono nutrendo e proteggendo l’embrione. Questi semi-pillola raggiungono le dimensioni di un pisello per cui sono facili da maneggiare e, se sistemati nel terreno alla giusta distanza, danno vita a piante che non richiedono diradamenti.

Questi semi sono in genere più costosi, ma sono più facili da maneggiare e inoltre sono immuni dalle malattie. Ci sono poi i semini in nastro, inseriti in strisce di cellulosa idrosolubili, in genere riservati agli ortaggi.

Attenzione all’etichetta

Quando comprate i semi, prima di gettare via la bustina che contiene i semi, ricordatevi di leggere tutte le informazioni che vengono riportate sul retro. Le informazioni importanti a cui fare attenzione sono:

  • la percentuale di germinazione: non deve essere inferiore ai valori stabiliti dalla Comunità Europea e può variare da una specie all’altra.
  • la data di scadenza: superata questa data, la germinabilità dei semi non è più garantita
  • le istruzioni per la coltivazione: informazioni tecniche che spiegano per esempio qual è la distanza giusta che i semi devono avere o quali sono le condizioni di luce ideali.
  • le caratteristiche della pianta: l’etichetta vi spiega se si tratta di una specie erbacea, annuale, biennale o perenne. Inoltre, vi offre importanti indicazioni sulle dimensioni e sul colore dei fiori.

Quando si semina?

Dipende dalla zona in cui vi trovate, dal clima e dalla varietà da seminare. E anche le fasi lunari sarebbero da prendere in considerazione; la luna, infatti, eserciterebbe sulla coltivazione delle piante, una certa influenza.

In genere aprile e maggio sono i mesi più indicati per seminare le erbacee annuali e le specie perenni; con queste ultime, si può anche anticipare a marzo-aprile se la temperatura è favorevole.

Quanto alle biennali, se le seminate in primavera non fioriranno che nell’anno successivo, in autunno invece hanno il tempo di crescere a sufficienza per fiorire in primavera (naturalmente le piantile andranno riparate e protette durante l’inverno).

In piena terra o in semenzaio

Alcune specie particolarmente rustiche si possono seminare direttamente “a dimora’, ossia all’aperto, là dove rimarranno per l’intera durata del loro ciclo vitale. Tra le annuali, per esempio, si prestano alla semina in piena terra:

  • il fiordaliso
  • i papaveri
  • i papaveri californiani
  • la gipsofila,
  • la scabiosa,
  • la linaria

Naturalmente, prima di seminare è necessario preparare il terreno, che non deve assolutamente essere intriso d’acqua o gelato. Se è stata eseguita la lavorazione di fondo autunnale o se le gelate invernali hanno sufficientemente disgregato le zolle, basterà una lieve zappatura, in modo da smuovere e arieggiare Io strato superficiale, eliminare le possibili erbacce e incorporare del fertilizzante organico.

Per migliorare ulteriormente il “letto” ‘nel quale affonderanno le giovani radici una volta che i semi sono germinati, distribuite in superficie uno strato di buon terriccio. Poi livellate con il rastrello ma senza compattare troppo e infine spargete i semi.

Nel caso di specie meno rustiche, si può effettuare la semina in un semenzaio all’aperto, che garantisca le condizioni ideali per la germi-nazione dei semi.

Quando le giovani piantine saranno pronte, verranno trapiantate a dimora. In altre parole il semenzaio è un’aiuola di dimensioni a piacere, che può essere collocata in un angolo del giardino ben esposto al sole e riparato dai venti mediante una siepe e un muro.

Molto importante è anche che il semenzaio non cada nel cono d’ombra delle piante ad alto fusto. La terra andrà lavorata con una particolare attenzione a questi aspetti al drenaggio.

I ristagni di acqua, piovana o da annaffiamento, possono provocare il marciume del colletto o delle radici delle piantine appena nate. L’ideale è quindi che il semenzaio sia sopraelevato in modo che l’acqua de-fluisca naturalmente. A ulteriore protezione, si può allestire una semplice struttura in listelli di legno sulla quale si possano appoggiare dei cannicci ombreggianti nel caso di una eccessiva insolazione o del tessuto-non tessuto o ancora un telo in pvc se si verificano cali di temperatura, temporali o grandinate.

Le diverse tipologie di semina

I semi si possono distribuire sul terreno in vari modi e tutto dipende dalle dimensioni dei semi stessi e dal risultato che volete ottenere: una semplice fila di piante, una bordura, una macchia di colore o un’aiuola mista?

Ecco quali sono le diverse tipologie di semina.

Semina a spaglio

Questa tecnica consiste nello spargere i semi su tutta la superficie del terreno, cercando di distribuirli il più uniformemente possibile. Si tratta del metodo più semplice e si usa sia nel caso di semina a dimora che in semenzaio.

Semina a righe

Con la zappetta a punta, o un bastone appuntito, si aprono nel terreno dei piccoli soldi di profondità adeguata alle dimensioni dei semi. In caso di semina a dimora la distanza tra i semi sulla fila e tra le file deve essere calcolata tenendo presente la larghezza che raggiungeranno le piante una volta che saranno adulte.

Semina a strisce

Il seme si distribuisce su strisce di terreno più o meno larghe, intervallate da altre strisce non seminate, in cui si possono eventualmente aprire dei solchi di irrigazione.

Semina a postarella

Questa tecnica si usa nel caso di piante di grandi volumi e dimensioni che vanno ben distanziate tra di loro. Consiste nello scavare con la zappa una piccola buca in cui si mettono 4 semi circa; quando le piante saranno nate si conserva solo quella più robusta. È un metodo, questo, usato per lo più nell’orto.

Finita la semina, é indispensabile irrigare utilizzando un annaffiatoio a doccia sottile; questo serve a non smuovere i semi. Potete anche usare una lancia nebulizzatrice applicata al tubo per l’irrigazione.

Nei giorni successivi bisogna continuare ad innaffiare in modo da mantenere la terra sempre umida, altrimenti i semi non germineranno. I semi di alcune piante hanno difficoltà a germinare perché sono rivestite da tegumenti che non lasciano passare l’umidità. Per esempio, è il caso dei semi del pisello odoroso. In questo caso si può intervenire scalfendo la superficie con un coltello, oppure mettendo i semi a bagno nell’acqua, a temperatura ambiente, per 10-12 ore circa.

La profondità di semina

Qualsiasi sia il metodo di semina prescelto, a quale profondità vanno messi i semi? Una buona regola è che i semi risultino ricoperti da uno strato di terra di spessore pari o di poco superiore alle dimensioni dei semi stessi.

  • Se i semi sono molto piccoli (è il caso, per esempio, di quelli delle begoniette, delle p-tunie e della lobelia), vanno semplicemente spolverizzati sulla superficie del terreno, eventualmente mescolandoli a della sabbia fine per “diluirli”: non usate sabbia da costruzione perché eventuali impurità potrebbero inibire la germinazione.
  • Nel caso di semi di dimensioni medie o grandi, una volta messi a dimora si possono interrare usando un rastrello a denti stretti, che va mosso come se fosse una zappetta, con colpi leggeri e molto ravvicinati in modo che la terra, smossa in un’unica direzione, copra uniformemente i semi.

Dopo la semina

Anche se si è avuto cura di seminare nel modo più uniforme possibile, può accadere che le giovani piantine nate dai semi crescano troppo ravvicinate, rubandosi a vicenda spazio, luce e nutrimento.

Non appena saranno abbastanza robuste, sarà necessario diradarle, facendo in modo che mantengano tra di loro la giusta distanza. Il diradamento si esegue sempre con il terreno umido in modo che le radici non si spezzino.

Le piantine estirpate possono essere trapiantate altrove, oppure possono servire per andare a coprire eventuali buchi di germinazioni mancate.

La semina nei contenitori

Per quanto riguarda le specie più delicate, o comunque quelle meno rustiche, è meglio non piantare direttamente a terra. In questo caso è meglio seminare in un contenitore.

Vanno bene vasi o ciotole in terracotta, le cassette di legno della frutta o anche i contenitori di polistirolo.

Se volete anticipare la semina, in modo da avere le piantine già pronte per l’arrivo della primavera, potete utilizzare i cassoni di legno (che si possono fabbricare anche fai da te).

Sul fondo del cassone è necessario predisporre uno strato drenante, utilizzando dell’argilla, e poi uno strato di terra, almeno di 10 cm, dove si andrà a seminare. Tra i due strati se ne può inserire uno di letame fresco che, fermentando, produrrà una certa dose di calore molto importante per favorire la germinazione.

I trucchi del mestiere: come scoprire se i semi sono ancora buoni

Ma questi semi sono ancori buoni? Per quanto tempo si possono conservare i semi?

La risposta è semplice: dipende dalla specie.

Per verificare la germinabilità dei semi ci sono però dei piccoli trucchetti che potete applicare in modo semplice e veloce:

  • Versate i semi in un bicchiere pieno d’acqua, lasciateli macerare e scartate quelli che emergono in superficie galleggiando. Quelli che vanno a fondo, invece, si possono utilizzare.
  • Preparate uno strato di cotone dello spessore di circa un centimetro inumiditelo, disponetevi sopra una decina di semi e copriteli con una carta da giornale. Dopo 3-4 giorni, controllate quanti semi si sono gonfiati o addirittura quali stanno già germogliando: se sono almeno 7-8, usate pure quelli avanzati, altrimenti buttateli.

I trucchi del mestiere: la raccolta dei semi

Coltivare le piante a partire dai semi è certamente una grande soddisfazione, ma lo è anche raccogliere i semi a partire dalle proprie piante. La raccolta si effettua quando le sementi sono mature e nel momento giusto: i semi devono essere prelevati dalla pianta prima che si disperdano sul terreno.

Ci sono almeno due modi per raccogliere i semi:

  • si incappucciano le corolle appassite in un sacchetto di carta e si aspetta che i fiori lascino cadere i semi. Questo sistema funziona bene con le piante che non hanno uno stelo alto.
  • si recidono gli steli fioriti e si raccolgono in mazzetti da sistemare a testa in giù all’interno di un sacchetto. Si può procedere in questo modo con la salvia, con la camomilla e con la lavanda.

Una volta raccolti, i semi devono essere selezionati ( si scartano quelli troppo piccoli o quelli che appaiono malformati). Dopo si conservano all’interno di sacchetti di tela e si ripongono in un luogo asciutto.