fbpx Skip to main content

La concimazione è un intervento indispensabile per assicurare il giusto nutrimento alle nostre piante e per garantire loro lunga vita e salute. Richiede però moderazione e, soprattutto, l’uso di sostanze il più possibile naturali, magari da preparare da da noi.

Ma è proprio necessario concimare? In fondo, non è da milioni di anni che la terra nutre gli organismi viventi senza mai esaurirsi? Il fatto è che in natura tutto ciò che il terreno cede ai suoi “ospiti” vegetali perché possano vivere e riprodursi, ritorna al terreno sotto forma di materia organica che poi i microrganismi del suolo decompongono.

In altre parole si tratta di un prestito. In giardino, non è così. Non ci sono né i tempi né le condizioni perché si possa innescare quel circolo virtuoso che caratterizza qualsiasi ecosistema naturale. Il giardino è un microcosmo artificiale e non autosufficiente, che richiede il nostro intervento anche, e soprattutto, attraverso la concimazione, che ha proprio lo funzione di soddisfare i bisogni “alimentari” delle piante.

I bisogni delle piante

Ci sono elementi minerali di cui le piante hanno bisogno in misura maggiore: sono i macro-elementi, ossia azoto, fosforo e potassio. Anche gli altri sono necessari, ma in quantità medie (meso-elementi, ossia magnesio, calcio e zolfo) o minime (micro-elementi, ossia baro, zinco, ferro, manganese, rame, molibdeno).

Azoto (N): stimola la crescita della parte aerea, in particolare delle foglie, e prolunga il ciclo vitale della pianta, ritardando la fioritura e la fruttificazione (per questo le concimazioni azotate devono essere sempre generose, ma controbilanciate da somministrazioni di fosforo e potassio).

Fosforo (FP): conferisce resistenza ai tessuti e stimola lo sviluppo dell’apparato radicale.

Potassio (K): stimola l’attività fotosintetica, facilita l’assorbimento di acqua da parte delle radici, aumenta la resistenza a gelo e siccità, migliora la qualità e le dimensioni dei fiori e dei frutti.

Magnesio (Mg): come costituente della clorofilla, partecipa all’elaborazione della sostanza organica, migliora l’utilizzazione dell’azoto, rende più assimilabili i composti fosfatici.

Calcio (Ca): favorisce il trasferimento degli idrati di carbonio dalle foglie a tutte le altre parti della pianta, partecipa alla sintesi delle proteine e neutralizza certi acidi che si formano nelle piante.

Zolfo (S): entra nella composizione chimica delle proteine e delle vitamine, facilita l’assorbimento degli altri elementi minerali.

I concimi organici

i concimi organici, sostanze naturali preziose per il terreno.

Sono sostanze naturali che svolgono una funzione fertilizzante preziosa e complessa: non solo nutrono la pianta, ma migliorano anche le caratteristiche fisiche del terreno, facilitando la circolazione dell’acqua e dell’aria, lo arricchiscono di flora batterica e apportano so-tanze di natura ormonale che stimolano l’attività vegetativa.

I concimi organici cedono anche gli elementi nutritivi lentamente: prima di farlo, infatti, devono subire profonde modificazioni da parte dei microrganismi del terreno (mineralizzazione).

Compost

Leggero, friabile e profumato di bosco, il compost è un efficace fertilizzante naturale, ben equilibrato nei suoi componenti, che favorisce l’aerazione e il drenaggio del terreno. Ha un grande pregio: non costa niente e si ottiene riciclando gli scarti dell’orto, del giardino e della cucina, che vengono affidati al lavoro di microrganismi, batteri, lombrichi e larve di insetti ecc., proprio come avviene in natura nel terreno.

Borlanda

È una sospensione ottenuta con la distillazione dell’alcol etilico e dalla fermentazione di sostanze zuccherine. Ha un rapido effetto fertilizzante e può essere usata durante tutto il periodo vegetativo; è molto adatta anche per le piante in vaso.

Cornunghia

Si ottiene dall’essiccazione e dalla polverizzazione delle unghie e delle corna degli animali, torrefatte o al naturale, e presenta uno dei più elevati contenuti di azoto.

Guano

Viene estratto dai giacimenti naturali formati dall’accumulo secolare delle deiezioni degli uccelli marini lungo le coste del Sudamerica, in particolare del Perù, dove il clima molto caldo e asciutto matura e mantiene inalterati nel tempo tutti gli elementi nutritivi. Molto ricco di azoto, fosforo, microelementi e fitormoni.

Letame (o stallatico)

È il concime organico per eccellenza ed è costituito dalle deiezioni animali solide e liquide, mescolate alla lettiera. Deve essere maturo, ossia deve essere lasciato a riposare per circa un anno così che possa fermentare e così che si volatilizzi la maggior parte dell’ammoniaca che contiene. Può essere bovino (il più diffuso e facilmente reperibile, equino (particolarmente ricco di fosforo e potassio) oppure ovino.

Pollina

Si ottiene dagli escrementi di polli e galline, con o senza lettiera. Ha una leggera azione caustica e non va mai utilizzata a stretto contatto con le radici (è quindi sconsigliata per le piante in vaso).

Sangue secco

Ottenuto dalla essiccazione e dalla polverizzazione del sangue animale raccolto nei mattatoi, viene venduto sotto forma di polvere o di fluido. Buona fonte di azoto rapidamente assimilabile e ottimo sia per il giardino che per l’orto durante tutto il periodo vegetativo e produttivo. Essendo di facile solubilità in acqua, si presta particolarmente alla concimazione delle piante in vaso.

Sovescio

Chiamato anche concimazione verde, è una pratica piuttosto antica, oggi rivalutata dai sostenitori dell’agricoltura biologica e applicata soprattutto nell’orto. Il sovescio consiste nella coltivazione di piante erbacee a vegetazione rapida che, seminate in autunno, nella primavera successiva vengono sfalciate prima che vadano a seme: si lasciano poi essiccare per qualche giorno e quindi si interrano alla profondità di circa 5-10 cm mediante un’accurata vangatura.

Compostiera e compost

Come realizzare una compostiera fai da te

Prima di continuare, eccovi qualche approfondimento sulla compostiera e sul compost, uno dei concimi organici più utilizzati, data la sua peculiarità fai da te.

La compostiera è il contenitore dentro il quale potete preparare il compost. Il posto migliore dove collocarla è un luogo al riparo da ristagni di acqua e di fango durante l’inverno. Meglio anche che sia in penombra, per esempio sotto un albero o sotto il portico, così da evitare l’eccessivo essiccamento nel periodo estivo e da favorire, in inverno, i raggi del sole che filtreranno favorendo l’attività biologica. Sistemate poi la compostiera in un’area sufficientemente ampia in modo da avere lo spazio di manovra per la carriola e il badile.

Potete utilizzare semplici cassoni senza fondo, provvisti di coperchio in modo da evitare che il composto in via di formazione si bagni, si asciughi troppo o si formino cattivi odori.

Potete anche costruire da soli i cassoni usando il legno o una rete metallica. Il nostro consiglio è quello di costruire una compostiera che abbia una capienza di almeno 1 m3: con un volume minore, infatti, la decomposi-zione dei materiali da parte dei microrganismi che intervengono nella prima fase del compostaggio non produrrà sufficiente calore perché il processo di umificazione continui fino alla maturazione completa.

Cosa mettere nella compostiera

Potete utilizzare diversi rifiuti organici per preparare il vostro compost:

  • bucce di frutta e di verdura (ma non le bucce degli agrumi e delle banane)
  • fondi di caffè e tè
  • gusci di uova
  • pane raffermo
  • mazzi di fiori ormai appassiti
  • cenere della legna (ma non quella del carbone)
  • carta e cartone
  • erba tagliata essiccata
  • foglie secche
  • terriccio avanzato

Da NON mettere nella compostiera:

  • sacchetti di plastica
  • legno trattato o verniciato
  • vasetti dello yogurtu
  • tetrapak
  • mozziconi di sigarette
  • vetro
  • sassi
  • avanzi di cibo cotto
  • ossa, pelle e lische di carne e pesce

Come realizzare il compost

Creare alla base, direttamente sul terreno, uno strato iniziale di 20 cm circa di spessore di materiale sminuzzato in modo grossolano (per esempio, residui di potatura o resti di piante arbustive) che garantisce l’ossigenazione anche dal basso.

Poi aggiungete a poco a poco il materiale da compostare, non necessariamente a strati, cercando di dosare in modo equilibrato tutti gli elementi. Per esempio, potete alternare scarti umidi con scarti più secchi, quelli grossolani con quelli più fini, del materiale vecchio con del materiale nuovo e via dicendo.

L’importante è garantire una buona aerazione (basta inserire nel cumulo dei tubi di drenaggio una buona quantità di materiale grossolano). Un’ altra operazione fondamentale è quella di rivoltare il cumulo in modo da mescolare i vari materiali e consentire ai microrganismi di svolgere il loro lavoro di fermentazione e decomposizione.

Tanto più spesso si rimescola, tanto più rapido e intenso sarà il processo. Per attivare ulteriormente il compostaggio si possono aggiungere nella compostiera degli attivatori, che riducono notevolmente i tempi oltre a ridurre la presenza di cattivi odori.

I concimi minerali

Concimi minerali, sostanze di pronto utilizzo che forniscono nutrimento al terreno

Si tratta di fertilizzanti di pronto utilizzo, dal momento che gli elementi minerali che contengono si presentano in forme elementari che le radici possono assorbire subito: non agiscono sulle caratteristiche fisiche del terreno e il loro uso è da considerarsi integrativo a quello dei concimi organici.

I concimi minerali si presentano per lo più in granuli. Alcuni sono di origine naturale, come per esempio le farine di rocce silicee (granito, gneiss, basalto ecc.) e il Patentkali (solfato di potassio e magnesio), che sono le principali fonti naturali di potassio; le fosforiti, ricavate per macinazione di rocce fosfatiche originatesi da sedimenti fossili di pesci e invertebrati marini; il litotamnio, polvere finissima ottenuta dalla macinazione di alghe presenti sulle coste atlantiche francesi, ricca di calcio, magnesio e micro-elementi e utilizzabile anche come concime fogliare.

Ci sono poi concimi minerali artificiali, prodotti dall’industria chimica e da usare in modo mirato e con parsimonia, in un certo senso come concimi di emergenza. Si distinguono in semplici, se contengono un unico elemento minerale (per esempio solo azoto, solo fosforo o solo potassio), e composti, che a loro volta possono essere binari (azoto-fosfatici, azoto-potassici, fosfo-potassici) o ternari (con azoto, fosforo e potassio).

Una consiglio importante: leggete sempre con attenzione la confezione dei prodotti fertilizzanti perché vi sono riportate indicazioni molto utili. Per esempio il titolo (cioè la quantità di elemento fertilizzante espressa in chili per quintale e indicata in percentuale), seguito dall’indicazione della forma in cui l’elemento viene fornito (ossido, anidride, solfato ecc.), alla quale corrispondono meccanismi e tempi diversi di assimilazione (più o meno brevi, ad azione prolungata, a lenta cessione etc.).

Nelle confezioni di peso inferiore al quintale le unità fertilizzanti saranno in proporzione. Nel caso di concimi binari, o ternari, il titolo riporta nell’ordine le unità fertilizzanti.

Quanto alla formulazione, i concimi sono prevalentemente disponibili allo stato solido e si presentano in polvere, perline, scaglie, granuli. Quelli allo stato liquido si diluiscono in acqua.

Quando concimare

I tempi della concimazione, importanti per seguire i ritmi della natura.

La concimazione di fondo si esegue in autunno, alla preparazione del letto di semina o prima della messa a dimora della pianta; nel caso di colture già in atto, si può intervenire anche alla fine dell’inverno, comunque lontano dalle fasi vegetative e produttive.

Si deve dare la preferenza ai concimi organici, in grado di liberare gli elementi nutritivi in modo lento e graduale, cosi che diventeranno assimilabili nel momento in cui le piante ne avranno effettivamente bisogno.

Questi concimi, che sono una sorta di riserva nutritiva, si possono utilizzare a dosi anche superiori rispetto a quelle prescritte sull’etichetta commerciale, senza alcun danno per la pianta o la futura coltivazione.

Devono essere distribuiti in superficie e quindi interrati con una lavorazione profonda nel caso di semine o nuovi impianti, o con una leggera zappettatura nel caso di piante già in coltivazione.

La concimazione di mantenimento si effettua durante le fasi vegetative e produttive, dando la preferenza ai concimi minerali. Molto molto importante è seguire le dosi indicate sull’etichetta e ricordare la regola del poco e spesso: un eccesso localizzato potrebbe infatti generare pericolosi scompensi.

Anche in questo caso i concimi vanno sparsi in copertura ai piedi delle piante; si può anche ricorrere a prodotti solubili da distribuire con l’acqua di irrigazione, in una o più riprese e secondo le esigenze della pianta.

Fanno parte di questo gruppo i concimi fogliari, che si rivelano particolarmente utili nei periodi critici di una coltura; dopo il trapianto, nei momenti di siccità o, al contrario, di asfissia del terreno per eccesso di piogge, alla ripresa vegetativa o nel periodo che precede la fioritura e nel caso di squilibri fisiologici dovuti a carenze nutritive.

Perché la concimazione fogliare sia efficace, va eseguita sulla vegetazione giovane, quando le foglie hanno la cuticola più sottile; il concime viene distribuito per mezzo di una pompa irroratrice, intervenendo di preferenza nelle ore del giorno in cui è più scarsa l’evaporazione, cioè il mattino presto o verso sera. La concimazione fogliare non è però mai alternativa, ma soltanto complementare a quella radicale, anche nel caso che si usino fertilizzanti completi.