Fiori commestibili per la gioia dell’occhio, e del palato
La natura ci ha regalato i fiori per il piacere dell’occhio e dell’olfatto, certamente, ma a volte altri sensi come il gusto possono essere coinvolti quando si parla di fiori. Ecco quindi una piccola digressione su alcuni dei più comuni fiori commestibili, e una gustosa ricetta per preparare un insolito sciroppo.
Il Nasturzio (o Tropaeolum Majus)
Fa bellissimi fiori profumati dalle tonalità del rosso, arancio, giallo e oltre ad essere facile da coltivare è commestibile in tutte le sue parti; i fiori e la foglie hanno un sapore agro-piccante, sono ricche di vitamina C e possono essere aggiunte alle insalate, e i semi possono invece essere messi sotto sale come i capperi.
In aggiunta il nasturzio ha elevate proprietà antibatteriche e viene utilizzato negli orti perché attira moltissimi insetti impollinatori e migliora la produzione di alcuni ortaggi come ad esempio le zucchine.
Se li utilizzate in cucina l’unica raccomandazione è di usare solo le varietà ortive, giallo intenso e arancioni, le altre sono ibridi e non si prestano all’uso. I fiori di nasturzio si possono usare anche per aromatizzare l’aceto, oppure freschi in insalata o nelle frittate, e ancora per arricchire tramezzini e antipasti o per dare un tono particolare alle minestre.
Il balsamo Ape (o Monarda Didyma)
Produce brillanti fiori viola rossi e rosa, appartiene alla famiglia della menta infatti le foglie e i fiori hanno lo stesso odore, ma le foglie hanno un aroma simile al bergamotto e vengono usate nelle bibite, nel té e per fare i pot pourri.
Dalla Monarda Didyma di ricava il thè Oswego, simile al thè cinese, dalle note di agrumi, che è molto utilizzato in Inghilterra. Dai fiori si ricava un’essenza odorosa largamente impiegata in profumeria, e sono usati anche nella medicina omeopatica come antipiretico e digestivo.
La viola mammola (o viola odorata)
Questa famiglia comprende circa 500 specie tra cui la viola del pensiero, sia le foglie che i fiori sono commestibili, hanno un sapore delicato e si possono consumare freschi, essiccati o canditi. Possono essere usati per decorare le insalate, i pasticcini, le torte o le bevande, ed essere aggiunti anche ai ripieni. Se la aggiungete all’insalata fatelo sempre dopo averla condita perché non si impregnino di olio e perdano il sapore.
L’essenza di violetta viene utilizzata anche per aromatizzare gelati, dolci, caramelle e liquori, nonché utilizzata in cosmetica e in medicina omeopatica contro i raffreddamenti e l’emicrania.
Ecco una ricetta che potete realizzare anche a casa:
Sciroppo di viole
Ecco una ricetta semplice da realizzare.
Ingredienti:
40 gr di petali di violetta
200 gr di zucchero
100 gr di acqua
Preparazione
Raccogliere le violette, lavatele e asciugarle, ricavatene 40 gr di petali privi del calice. Portare ad ebollizione l’acqua e versarla in un recipiente di ceramica contenente i petali. Coprire e lasciare in infusione per quattro, 5 ore. Trascorso il tempo, filtrare il liquido premendo bene i petali per ricavarne il più possibile. Poi filtrarlo nuovamente attraverso una garza (non devono rimanere residui).
Versare il liquido in un pentolino in acciaio, aggiungere 200 gr di zucchero e portare ad ebollizione a fiamma dolce. Lasciare bollire piano fino ad ottenere una consistenza sciropposa. Versare in un recipiente pulito e far raffreddare un po’. Poi chiudere lo sciroppo di viole in vasetti puliti e conservarlo al fresco, come un qualsiasi sciroppo.