fbpx Skip to main content

Perché una pianta, un albero e un arbusto cresca e compia il suo ciclo vitale, deve poter affondare le sue radici in una terra fertile, con una buona tessitura e il giusto grado di acidità. Ma non solo: la terra deve anche essere soffice e ben aerata per consentire all’apparato radicale di espandersi e di respirare. In altre parole, il terreno va lavorato con cura e pazienza.

1. Eliminare le erbe infestanti

Le erbacce in giardino sono un ostacolo da eliminare per il benessere di fiori, piante e coltivazioni.

Le chiamiamo erbacce o malerbe per sottolineare il loro ruolo sgradito dentro il giardino ma in realtà si tratta di erbe spontanee sia annuali (amaranto, avena selvatica, veronica, centocchi…) che perenni (gramigna, vilucchio, dagraria, romice…).

Le erbe infestanti ci possono dire molto sul nostro terreno; se è calcareo (se cresce il tarassaco o la cicoria), oppure se è molto acido (se cresce la viola trievior), se è troppo compatto (piantaggine).

Quello che conta è imparare a riconoscere quelle dannose, come la gramigna, la licetosella, il vilucchio, la podagraria, tutte da eliminare assolutamente.

Alcune erbacce, invece, sono utili, come l’ortica, da cui si ottiene un macerato che è un ottimo fertilizzante e repellente nei confronti di alcuni parassiti (afidi, ragnetto rosso); il tarassaco o il dente di leone; la linaria, i cui fiori sono un’ottima fonte di nettare per gli insetti.

2. Il diserbo

Una piccola zappa, indispensabile per eliminare erbacce all'interno di giardini di piccole dimensioni.

Il diserbo manuale è il metodo consigliabile per i giardini di ridotte dimensioni, o quando si vuole intervenire in modo mirato su una bordura. Nella battaglia contro le erbacce un buon aiuto ci può venire da una serie di attrezzi, primo fra tutti l’estirpatore, specifico per l’eliminazione delle erbe infestanti dotate di radice a fittone.

Ce ne sono in commercio di vari modelli, tutti funzionanti secondo lo stesso principio: un organo di taglio, che può essere foggiato a coltello o a paletta, montato su un manico di lunghezza variabile che viene affondato verticalmente lungo la radice e fatto ruotare tutto attorno in modo da isolare e staccare la radice stessa. A questo punto, risulta facile estirpare la pianta intera afferrando e tirando verso l’alto le foglie.

Sulle superfici ridotte si può ricorrere a sarchielli e sarchiatori, che non estirpano le erbacce ma le recidono, per cui hanno una efficacia limitata. Date le piccole dimensioni della lama (dagli 8 ai 15 cm) questi strumenti hanno però il vantaggio di inserirsi facilmente sotto i cespugli e le recinzioni, o tra le file di fiori e di bulbi.

In più si prestano a vari usi: per rincalzare la terra alla base delle piantine, per sarchiare (cioè rompere la crosta superficiale del terreno in modo da favorire gli scambi di ossigeno e umidità con l’atmosfera), per tracciare sol-chi da destinare alla semina.

Altri attrezzi da diserbo efficaci sono le zappe e, su spazi limitati, le zappette, soprattutto se sono fornite di due organi di lavoro: una lama triangolare abbinata a un bidente o a un tridente. Su superfici molto estese è molto meno oneroso in termini di tempo e fatica usare un motocoltivatore, perfetto per dissodare il terreno.

Il diserbo chimico con gli erbicidi, cioè i composti chimici di sintesi impiegati nella lotta alle infestanti, vengono classificati in base al principio attivo che contengono, oppure a seconda delle specie vegetali su cui agiscono.

Per esempio, ci sono erbicidi specifici per le Dicotiledoni (le specie “a foglia larga”) e quelli per le Mono-cotiledoni (le specie “a foglia stretta”). Altri, invece, colpiscono indistintamente tutte le erbacce.

I meccanismi di azione sono diversi:

  • erbicidi di contatto: intervengono solo sulla parte trattata, per lo più le foglie, lasciando intatto l’apparato radicale (si usano nel caso di infestanti annuali);
  • erbicidi sistemici: applicati sulle foglie, entrano nel circolo linfatico fino ad arrivare alle radici, portando a morte l’intera pianta (sono efficaci contro le infestanti perenni con apparato radicale a fittone o rizomatoso);
  • erbicidi ad azione residuale o antigerminello: vengono distribuiti sul terreno, agiscono sui semi delle infestanti, impedendo loro di germinare.

Negli ultimi anni molto si è fatto nel campo della ricerca per sintetizzare erbicidi innocui per l’uomo e gli animali, efficaci a basse dosi e in grado di degradarsi nel terreno in tempi brevi.

Bisogna comunque ricordare, d’altra parte, che l’uso di diserbanti comporta pur sempre l’introduzione nell’ambiente di sostanze estranee e che questa pratica finisce per modificare l’equilibrio della vegetazione spontanea.

3. La pacciamatura

Uno strato di pacciamatura, formato da materiali organici capaci di rallentare la crescita delle erbacce.

La pacciamatura è sicuramente il metodo più ecologico per tenere sotto controllo le infestanti. Consiste nel distribuire sul terreno ben ripulito e alla base delle piante uno strato di materiali di vario tipo, che rallenta La crescita delle erbacce togliendo loro la luce e impedendo ai semi di germinare.

Questi materiali devono però rispondere ad alcune caratteristiche:

  • devono consentire all’aria e all’acqua di aggiungere gli strati sottostanti di terreno
  • devono essere leggeri per non costipare il terreno
  • devono essere consistenti per non impastarsi con l’umidità

I materiali da privilegiare sono quelli organici, e cioè compost, letame maturo, paglia, torba, foglie secche, erba sfalciata e seccata, che hanno il vantaggio di lasciare respirare il terreno in modo del tutto naturale.

4. La lavorazione di fondo

La carriola è uno strumento utile, nell'orto e in giardino, per raccogliere in modo ordinato terra ed erbacce.

Le fasi di preparazione del terreno sono le più delicate, al punto tale da condizionare la riuscita delle successive operazioni di semina o di tra-pianto. Vediamo allora come procedere in modo corretto.

Quali attrezzi servono?

Sono i due attrezzi più antichi e i più usati: la vanga e la zappa.

Vanga: è formata da un manico, o asta, sul quale si inserisce la lama metallica, che in genere è alta tra i 24 e í 30 cm e può avere forma rettangolare o trapezoidale (per i terreni sciolti e omogenei), triangolare (per i terreni tenaci o pietrosi), rettangolare stretta e un po’ concava (per terreni argillosi).

Alcuni modelli sono provvisti, sul bordo superiore della lama, di una staffa sulla quale si appoggia il piede: questo permette di esercitare una pressione maggiore sull’attrezzo.

La vanga va infatti affondata verticalmente nel terreno, quindi si spinge il manico leggermente in avanti in modo da staccare la zolla, lo si tira verso di sé appoggiandolo sulla coscia, quindi si solleva la zolla e la si rivolta. Il manico è generalmente in legno, per lo più frassino, ma può anche essere di alluminio, e quindi molto leggero, o in fibra di vetro, molto resistente alle sollecitazioni.

Forca: è formata da quattro parti appuntite, in versione quadrata per i terreni più duri, ed è un’ottima alternativa alla vanga quando si lavora un terreno particolarmente argilloso.

Zappa: è formata da una lama in ferro fornita di occhio dove si inserisce il manico seguendo un angolo di 70-80 gradi. La lama può avere forma quadrata, a cuore oppure essere bi-dentata. Muove il terreno senza rovesciarlo, senza mai superare i 15 cm di profondità.

Macchine a motore: oltre agli attrezzi manuali, si può contare oggi su una serie di macchine che consentono di lavorare il terreno risparmiando tempo e fatica, soprattutto su superfici di una certa estensione. La macchina più duttile è il motocoltivatore, sul quale si possono montare gli accessori più diversi: la fresa, la vanga, l’aratro, la pompa irroratrice, il biotrituratore etc..

5. La rifinitura

La carriola è uno strumento utile, nell'orto e in giardino, per raccogliere in modo ordinato terra ed erbacce.


Una volta vangato o zappato, è necessario amminutare la terra, ossia sminuzzare bene le zolle con una passata di zappa eliminando eventuali radici sassi o altro materiale eterogeneo affiorante.

Il rastrello serve anche a livellare la superficie ed eventualmente a dare forma. Per questo tipo di lavoro va bene anche un rastrello a denti diritti, utile anche per interrare i semi molto piccoli e per distribuire uniformemente il letame.

Tre cose da tenere in mente al momento di acquistare un rastrello:

  • Tenete presente che più è largo e più è pesante, ma in compenso vi consente di lavorare più velocemente e di livellare più facilmente la superficie del terreno senza lasciare buchi o irregolarità.
  • I denti possono variare da 10 a 20 e anche a 40: più denti ci sono e più il lavoro sarà rifinito ed efficace.
  • Preferite i modelli con il corpo lavorante interamente forgiato, quelli cioè in cui la barra dentata e l’anello di innesto in cui si inserisce il manico non sono fabbricati separatamente e poi saldati, ma forgiati in un pezzo unico, e quindi privi di potenziali punti di rottura.

I trucchi del mestiere

La “falsa semina”

è una pratica per il controllo delle erbe infestanti che richiede un po’ di tempo e pazienza, ma che dà buoni risultati. Va eseguita nella tarda primavera o all’inizio dell’estate e consiste in una accurata preparazione e concimazione del terreno, come se si dovesse seminare, seguita da una abbondante irrigazione.

I semi delle infestanti, sotto l’azione del caldo e dell’umidità, germinano dando vita a piantine che verranno lentamente estirpate. La pratica è ancora più efficace se il terreno ben lavorato e irrigato viene coperto con un telo di pvc trasparente e se ancorate i lembi laterali con sassi o terra.

Il calore dei raggi solari accelera lo sviluppo delle erbacce, che però, data l’elevata temperatura raggiunta dal terreno, risulteranno devitalizzate.

Se ci sono anche delle perenni, il motocoltivatore non farà altro che aumentarne il numero: le lame della macchina, infatti, fanno a pezzi le radici e i fittoni, diffondendoli. Meglio quindi ripulire il terreno con una buona zappatura, o ricorrere al forcone in caso di suolo argilloso, oppure puntare sui diserbanti chimici.

Estirpare le erbe nel modo giusto

Strappare le erbacce richiede precisione e attenzione.

Bisogna afferrare la pianta tra l’indice e il pollice cercando di avere tra le dita anche il primo pezzo di radice. Poi, tirate in verticale e lentamente, spostando se necessario la presa verso il basso.

Se il terreno è argilloso, è consigliabile bagnarlo prima di procedere. Se invece è sciolto l’acqua potrebbe rendere difficile l’operazione perché favorisce l’aderenza alle radici.