Un orto che non sia solamente uno spazio adatto alla coltivazione di vegetali e, appunto, ortaggi; ma che sia anche un luogo perfetto per sprigionare la nostra fantasia e creatività. Un luogo che sia teatro di ricerca di soluzioni semplici da fare, ma capaci di donare personalità, originalità e una bella estetica a tutto l’ambiente, a ogni parte naturale che circonda la casa. Tutto questo si può fare iniziando ad allestire un orto decorativo.
Spesso, un ottimo lavoro prende lo stesso tempo di un lavoro fatto in modo lavativo, ed ecco perché basta una piccolissima dose di attenzioni in più da dare alle piante per ottenere una soddisfazione decisamente più grande. Questa maggiore soddisfazione la si può ricevere, per esempio, mettendo una pianta aromatica ben in vista, curata, una posta invece in sequenza a un’altra in modo da ottenere delle fioriture in successione; o ancora semine e trapianti seguendo un ordine che non sia scontato.
Oppure, ancora, un orto può dare maggiori soddisfazioni preoccupandosi di dare un aspetto nuovo, diverso, a legature, intrecci di materiali, mescolanze fiori e ortaggi, scegliendo delle specie rare e insolite o anche idee originali che si possono creare dal nulla semplicemente seguendo la nostra mente.
Solo in questo modo riusciamo a rendere il nostro orto non più solo un luogo di fatica e lavoro, ma un ambiente rilassante e soddisfacente, un atelier artistico dove la terra è la nostra tela, le piante i colori e la geometria con cui scegliamo la disposizione produce l’opera finale, di cui non ci stancheremo mai di ammirare la bellezza e l’armonia.
Se, però, non avete ancora un’idea da dove partire per creare la vostra composizione naturale, ecco che siamo pronti a darvi qualche idea facile da copiare o da prendere come spunto.
Fiori da… mangiare!
È ovvio che in un orto pensato per essere artistico e decorativo, i fiori non possano mancare, visto che sono loro a costituire la fonte di colore principale e variopinta, in un ambiente che altrimenti risulterebbe tutto verde. Ecco perché è bene procurarseli, a patto che siano commestibili.
I fiori che si possono cucinare più diffusi sono i nasturzi, ma qui vogliamo dare spazio ad altre quattro proposte ugualmente interessanti:
- Calendula Strawberry Blonde: una tipologia di calendula che è stata in grado di rivoluzionare la specie. È una classica margherita, con però i petali che vanno dall’arancione e giallo dei petali interni, fino al bianco dei petali esterni, che però mantengono un alone ocra, appunto biondo (da cui poi deriva il nome). Delle calendule tradizionali mantiene le innate proprietà di resistenza a diverse condizioni atmosferiche, così come la capacità fiorire per un lungo periodo di tempo durante l’anno, eccezion fatta per quelli troppo caldi e secchi (se non viene opportunamente irrigata) e ovviamente quelli più freddi (metà dicembre-febbraio, mentre già a marzo se ne può osservare qualcuna). La margherita bionda – come si potrebbe chiamare, in modo simpatico – mantiene anche il suo caratteristico profumo, quello che riesce sempre ad attirare tantissimi insetti pronubi utili nell’orto (come le api) e soprattutto le coccinelle, estremamente preziose perché sono campionesse nel mangiare gli afidi, le migliori in tutto il mondo naturale. La margherita si usa sia in cucina che in erboristeria, come già avviene per le calendule arancioni, anch’esse immancabili in orti e giardini.

- Tragopogon pratensis, nota ai più come barba di becco o anche scorzonera, ovvero la margherita gialla composta da steli molto alti che questa pianta sviluppa a partire dal secondo anno di età. Nel primo, invece, sviluppa una radice a polpa bianca e scorza grigio-marrone (da cui il nome scorzonera e barba di becco) lunga circa 20cm di lunghezza, e che è molto consistente al punto da poter essere mangiata cruda come se fosse una carota. Presenta un sapore un po’ amarognolo, ma se riuscite a trovarne qualcuna dolce vuol dire che avete trovato un’ottima radice. Come i petali, anche i semi sono gialli e vi basterà raccoglierli e seminarli in un mix di terriccio e sabbia per ottenere tantissime piante. La migliore varietà di barba di becco è sicuramente quella chiamata Gigante di Russia.

- Phaseolus coccineus, un fagiolo diverso dal vulgaris che è noto soprattutto come fagiolo scarlatto per via dei suoi caratteristici fiori, ed è forse il miglior esempio di come una pianta possa essere al contempo alimentare e ornamentale. Ecco perché soprattutto negli Stati Uniti d’America viene coltivata anche fuori dall’orto, in modo da formare delle splendide pergole sfruttando il suo enorme sviluppo in altezza. Di questo fagiolo ci sono molte varietà, la maggior parte delle quali mantiene comunque fiori rossi e semi variopinti, a parte qualcuna che presenta semi e fiori di colore bianco. È una pianta che può diventare molto ingombrante, al punto che riesce a superare i 3 metri di altezza. È conosciuta anche per produrre dei baccelli a forma di lama, di solito di colore verde. Si possono usare come mangiatutto se molto giovani, mentre i semi sono dei normalissimi fagioli che si possono mangiare sia freschi che secchi.

- Borago officinalis “Alba”, ovvero la varietà a fiori bianchi della classica borragine, qui però in veste indubbiamente più ricercata e di grande impatto, soprattutto se unita a piante con fiori di un brillante colore azzurro. Della borragine si consumano le foglie solo se cotte, e si possono mettere nel risotto, nelle frittate, ma anche come ripieno dei ravioli. La borragine è una pianta annuale che si coltiva da seme, oppure comprando dei giovani soggetti da trapiantare. I suoi semi sono particolarmente grossi, e maturano molto rapidamente: si pensi che dai primi possono nascere delle nuove piante in grado di fiorire prima dell’inverno. I semi si possono raccogliere e seminare subito, oppure conservare per seminarli in primavera quando si è lontani dal rischio gelate (a meno che non torni un altro maggio freddo come quello del 2019!).

Intrecci, legature, sostegni
I sostegni che vengono consigliati dai più spesso si rivelano dei flop colossali: scelte improvvisate, per niente funzionali, destinati a crollare dopo poco tempo o se sottoposti a vento forte, alla grandine o alla pioggia dirompente. Insomma: meglio puntare su altro.
Infatti, i sostegni sono estremamente importanti, e non solo perché servono alle piante rampicanti o di grande sviluppo, ma anche a ortaggi di grande utilità come le melanzane, i peperoni, i pomodori. Per ottenere un sostegno serio e di qualità è sufficiente formare delle spalliere con le canne di bambù per notare come, fin da subito, se ne serviranno le piante fissate ai sostegni con una corda cava non eccessivamente stretta.
In questo modo la trama dell’orto diviene subito molto più leggibile, razionale e logica. Diverso il discorso per piselli e fagiolini, per i quali si può provare ad utilizzare i rami guadagnati con le potature, soprattutto quelli dei salici. I rami si possono mettere fissi nel terreno, unire a fasci, legarli e intrecciarli per dare origine a un graticcio naturale su cui, proprio grazie ai viticci, potranno arrampicarsi i legumi precoci.
La bellezza delle piante aromatiche

Le piante aromatiche sono quelle che forse più di tutte danno luogo a fioriture molto colorate e copiose, e che però molto spesso non vengono valorizzate per il loro aspetto estetico che invece, proprio come le migliori opere d’arte, merita grande attenzione.
Di solito sono piante che vengono poste nell’orto in maniera del tutto casuale, nel primo spazio libero che si trova con la scusa (errata) di dover lasciare spazio a piante che “producono concretamente”. Ma questo è un presupposto errato da cui partire, perché tutte le piante servono e danno luogo a qualcosa di serio.
In particolare, le aromatiche si possono valorizzar sia per i colori di foglie e fiori, sia per il loro profumo. Ecco perché è possibile provare a metterle in un modo diverso dal solito, creando un’aiuola dedicata, un giardino roccioso, o in aiuole con bordure permanenti che poi devono essere rinnovate, al loro interno, ogni anno. Solo così si potranno rendere le piante aromatiche dei confini verdi e fioriti, messi su un lato solo (non quello usato per entrare) e che sono destinati a diventare sempre più folti con il passare delle stagioni. Tra le piante aromatiche più consigliate: salvia, origano, erba cipollina, menta, timo e tante altre.
Creare un passaggio tra giardino e orto
È facile accorgersi come, di frequente, l’orto viene trattato come una parte della casa da nascondere, meno nobile, come se fosse una zona critica di cui vergognarsi. È quindi messo nei punti meno visibili, o ancora nascosto da delle siepi che fanno molti danni, in quanto creano ombra dove invece ci dovrebbe essere tantissima luce.
La soluzione migliore è creare una sorta di ingresso, un passaggio costituito da aiuole miste in cui possano trovare spazio e vita – mantenendo la stessa dignità! – sia ortaggi che fiori. È un passaggio che si può valorizzare delimitando le aiuole, azione che permette di incorniciarle e quindi renderle più visibili: in questo modo, tutte le persone in visita al giardino potranno accorgersi del valore estetico del vostro orto.
Queste aiuole si possono creare in diversi modi. Uno dei più carini consiste nell’usare dei mattoncini di tufo, con colori pastello (quindi carichi, ma non scuri) diversi ovviamente da quelli delle piante. Oppure, un’altra ottima scelta consiste nell’usare dei tronchi di legno chiaro, o vecchi mattoni inclinati per dare origine a un profilo a coda di drago. L’aiuola va ovviamente riempita di fiori e ortaggi di dimensioni tra loro rapportabili (altrimenti i più grandi si mangeranno, letteralmente, i più piccoli) e con dei colori a contrasto, che si risaltano a vicenda.
Ricordate che le verdure, una volta giunte a maturazione, dovranno essere raccolte e sostituite.
Dare il giusto spazio alla terra
Molti, quando preparano l’orto, appaiono come intimoriti dalla terra nuda e la vedono come spazio di possibile invasione delle erbacce, o di produttività sprecata. E questo nonostante la raccomandazione sia sempre la stessa: bisogna diradare gli spazi, rispettando le distanze tra le piante!
Ecco perché operazioni come il trapianto delle insalate da cespo – piante che crescono molto sia in termini di volume, sia in termini di dimensione e numero di foglie – che appare inizialmente troppo rado, serve a garantire uno spazio sufficiente per non far entrare in competizione tra loro le piante alla ricerca di sostanze nutrienti, acqua, luce, e per far circolare liberamente l’aria. Inoltre, in questo modo le foglie non verranno attaccate da problemi come parassiti e funghi, e le erbacce al contrario potranno essere estirpate in gran facilità.
Inoltre, ci si chiede spesso il motivo per cui le righe in cui si semina o si trapianta qualcosa debbano essere necessariamente dritte. Al contrario, si può seguire anche un andamento diverso, con l’orto che diventerà molto più bello se le linee non sono innaturali e geometriche, ma seguono il profilo del terreno a disposizione, con semine seguendo delle curve e dando luogo a disegni molto complicati e originali, piacevoli alla vista.
Vecchi contenitori come vasi originali e particolari
Bollitori, latte di pomodoro, caffettiere, lampadari, cassetti: ogni cosa che si trova nelle vecchie cantine di casa è adatta a diventare un vaso recuperato, che trova spazio nell’orto e dà un’atmosfera vintage e bohémien.
Qualsiasi pianta si presta ad essere coltivata nei vasi di recupero, a patto che sul fondo si pratichino dei fori necessari ad un sufficiente sgrondo e per non creare ristagno. Si, tutte le piante possono essere coltivate in questo modo, anche se le scelte migliori sono rappresentate da:
- Sedano, che va ritirato quando arriva il freddo.
- Menta, in modo che non diventi invadente.
- Nasturzi, che danno luogo a splendide cascate fiorite.