Come coltivare l’Iris barbato
Il genere Iris racchiude circa 200 specie differenti, e il suo nome deriva dal greco “Iris” che significa “arcobaleno”; si tratta di fiori delle stupende colorazioni che variano dal giallo, al blu, al viola e all’arancio con meravigliose sfumature bianche e dall’intensa profumazione.
L’Iris comune o Iris barbato è noto in botanica come specie germanica appartenente alla famiglie delle Iridacee, ed è la sottospecie più utilizzata in giardinaggio grazie alla sua alta resistenza e alla sua grande produzione; i fiori di Iris resistono per diversi giorni anche una volta recisi e sono ideali per la realizzazione di composizioni floreali.
Questi stupendi e profumatissimi fiori sbocciano in primavera e offrono uno spettacolo di colori davvero straordinario. Attraverso i molti processi di ibridazione che sono stati fatti nel tempo sono nate moltissime varietà che si differenziano anche per forma e dimensione.
Cura e manutenzione dell’Iris
Gli iris vanno piantati in una zona soleggiata, alla fine dell’estate, necessitano di almeno 6 ore di luce solare al giorno e di un terreno ben drenato. Il terreno ideale per ospitare l’Iris ha un pH inferiore a 7 (ovvero neutro) e bassi livelli di azoto. È consigliato aggiungere una parte di concime granulare due volte l’anno, all’inizio della primavera e appena dopo la fioritura, quando i rizomi si stanno formando per l’anno successivo.
L’Iris non necessita di molta acqua, va irrigato solo quando il terreno è secco e, ovviamente, subito dopo la piantumazione. Questi fiori necessitano di una buona circolazione dell’aria e di un ampio spazio tra uno e l’altro (almeno 40 cm). Se desiderate coltivare l’Iris è opportuno evitare totalmente la pacciamatura la quale, conservando l’umidità del terreno, potrebbe far sì che i rizomi marciscano.
Uno degli accorgimenti più importanti è quello di rimuovere i baccelli che si formano quando i fiori cadono; la formazione dei semi mina l’energia necessaria alla crescita e alla produzione. In autunno è necessario diradare le foglie per scongiurare eventuali malattie fungine e per ridurre la possibilità che i parassiti giunti nella stagione estiva possano restare latenti sulla pianta e minare la fioritura primaverile.
Ogni tre o quattro anni, alla fine dell’estate, è opportuno dividere i rizomi della pianta per regolare e aumentare la produzione.
Divisione dei rizomi e piantumazione
Scavare con cautela intorno alla pianta, con un forcone o una piccola pala, per estrarre i rizomi evitando di danneggiarli.
Se possibile separare i rizomi a mano, a volte è necessario utilizzare un coltello. Un buon portainnesto ha uno spessore di circa 3 cm, un sistema radicale sano e presenta almeno due foglie.
Lavare con cura i rizomi e osservarli per essere certi che non siano attaccati da vermi o altri parassiti; alcuni coltivatori disinfettano il rizoma nebulizzando una soluzione di acqua clorata al 10%.
I rizomi morbidi, maleodoranti o anche parzialmente marci o danneggiati devono essere eliminati poiché, oltre a non essere adatti alla riproduzione, possono danneggiare i rizomi sani.
Tagliare le foglie a circa 10-12 cm dal rizoma per far sì che la pianta non convogli su di esse l‘energia vitale ma la utilizzi per sviluppare nuove radici.
Il rizoma va piantato lasciando una parte del portainnesto fuori dal terreno; la porzione che deve essere ben interrata è quella dove sono presenti le radici fini.
Lascare lo spazio sufficiente tra un rizoma e l’altro (40-45 cm) e allineare le foglie nella stessa direzione in modo che quando gli Iris cresceranno l’estetica sia ancora migliore.